Assenza presentela Bibbia della domenica

Omelia della domenica di ascensione


SERGIO ROTASPERTI

Siamo quasi al termine del tempo pasquale. Con la festa di Pentecoste di domenica prossima si chiuderà questo ciclo. Abbiamo ascoltato i racconti delle apparizioni di Gesù e il suo modo di essere presente.

Oggi, la festa dell’Ascensione che qui in Germania abbiamo celebrato giovedi scorso, segna una cesura temporale e relazionale molto netta tra Gesù e i discepoli.

I vangeli ci riportano l’interpretazione del momento in cui Gesù sparisce dalla loro vista in modo definitivo. Gesù si fa assenza. Qui inizia anche il nostro tempo. Da questo momento i discepoli sono come noi. Noi infatti avvertiamo prima di tutto l’assenza di Gesù.

Gesù parla con i discepoli, da le ultime istruzioni e poi “dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”. Entra nel mondo di Dio in modo definitivo.

Assenza. Tutti noi abbiamo esperienza di assenza a vari livelli. Siamo qui, ci siamo trasferiti, siamo lontani da casa e assenza può avere il nome di nostalgia, mancanza di affetti, della famiglia, del proprio mondo passato. Esiste l’assenza di persone che sono lontane da noi e di cui sentiamo mancanza. L’assenza è come un lutto, perché crea vuoto, nostalgia, apre ferite e ci si sente soli s fragili. Anche nella fede si può sentire l’asssenza di Dio e ciò suscita scetticismo, voglia di lasciar perdere tutto, di seguire i propri pensieri e credere solo ai propri dubbi. Penso che i discepoli abbiano vissuto un po tutto cio ed è tratteggiato nelle parole di Luca negli Atti: “Mentre lo guardavano fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava”. Naturalmente non è da interpretare in senso letterale, ma certo indica anche uno stato interiore di attonimento, senza parole, catturati dall’imprevisto che rende immobili, senza parole.

Assenza è solo un aspetto di questa storia. Gesù se ne va, ma la sua presenza si trasforma in una domanda: “Perché stata a guardare in cielo? Questo Gesù che è stato assunto verrà”. E nel vangelo il seguito: Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro”.

Gesù è assente ma presente in altro modo. Egli agisce con noi e per noi. Noi ora viviamo questo tempo dell’assenza e della presenza di Gesù. E la nostra vita di fede sta tra il guardare il cielo per trovare chiarezza ai nostri dubbi e il ripartire nel portare Gesù nella nostra vita e nel nostro mondo. Non solo questo. Gesù ritornerà e starà sempre con noi e noi con lui. Questo vale per ogni nostro fratello e sorella, parente e amico o amica che muore.

Aiutiamoci a vicenda a scoprire le tracce di Dio nel nostro quotidiano. Gesù ci invita a muoverci, non rimanere immobili. Gesù è assente agli occhi dei discepoli, ma presente agli occhi del loro cuore. Il loro cuore ha conservato le sue parole, la sua memoria e il suo amore. Le sue parole e il suo amore hanno nutrito e dato fiducia ai discepoli, anche se non l’hanno più rivisto. E per lui sono stati forti fino a dare la vita nel martirio. Che anche noi possiamo essere forti, pieni di gioia e ricchi di speranza, nutriti dalla sua Parola e dal suo amore che ci regala ogni domenica, dandoci appuntamento qui.