Il di più che Gesù chiede6 Domenica Tempo Ordinario A

Commento a Mt 5,17-37


SERGIO ROTASPERTI

Dal Vangelo secondo Matteo  (Mt 5, 17-37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».


Il brano evangelico che abbiamo ascoltato, oltre ad essere uno dei testi più difficili da interpretare, ha generato nella storia della Chiesa errori e ambiguità. Ad esempio si è inteso che Gesù ha superato l’AT e quindi, l’AT non ha più valore. Ma non solo. Ha generato anche l’antigiudaismo, nel senso che gli ebrei sono nell’errore.

Prima di tutto Gesù afferma la validità della Torah, che noi potremmo dire AT: “finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto”. Gesù conferma e ribadisce il valore di ogni parola dell’AT, che lui stesso segue, compie e a cui si ispira nelle sue scelte di vita. Ciò ha una conseguenza determinante per noi: non possiamo comprendere il Vangelo, il NT, Gesù stesso se non comprendiamo l’AT.  Ne siamo convinti? Che conoscenza abbiamo dell’AT

Un secondo aspetto è l’interpretazione dell’AT. Nel Vangelo che abbiamo letto Gesù sta facendo una interpretazione di alcune parole del decalogo (Le dieci parole). Prima di tutto ribadisce la validità, ma scende in profondità e diventa radicale.

Ad esempio, non basta dire che non ho ucciso per essere a posto con Dio. Vi è un modo di uccidere l’altro che è con le parole e con l’odio

Non basta dire che non ho fatto adulterio per sentirmi a posto. Se il tuo cuore è altrove, e i tuoi occhi – specchio dell’anima – hanno attenzione per altro, di fatto commetti adulterio.

Infine il tuo parlare sia coerente (si si, no no), come se fosse sempre davanti a Dio.

Gesù invita i suoi discepoli ad essere giusti, a fare qualcosa di più. Certo già rispettare il decalogo è un atto lodevole e Gesù lo riconosce. Ma ai suoi discepoli, Gesù chiede di andare al cuore delle questioni, di guardare il proprio cuore, perché da li parte tutto. Questo è il di più che ci chiede.

Dove mi trovo io? Penso di essere giusto/giusta nei confronti di Dio, del mio prossimo, di me stesso?

“Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.” Questo augurio del Siracide nella prima lettura sia vero anche per ciascuno di noi.