Il mercato che è in noila Bibbia della domenica
omelia III domenica di quaresima/B
Le letture di oggi offrono parecchi elementi su cui confrontarci. La pagina del vangelo ci presenta un Gesù duro, aggressivo e per certi versi violento. E nel vangelo vi è anche la ragione: fare del luogo di Dio il luogo dei propri interessi e tornaconti.
Mi soffermo solo sull’immagine del Tempio che appare da questo brano. Dio si adora nel tempio materiale – e Gesù vuole preservare questo luogo da blasfemie – ma lo si adora anche in un altro tempio che è il corpo, siamo noi stessi.
Chi è il Dio che vive in noi? Lo ricorda la prima lettura: è il Dio liberatore, che non ci dice quello che dobbiamo fare, ma quello che non dobbiamo fare. Il non fare determinate azioni (come appare nella versione delle 10 parole in Esodo), implica che il campo di azione del fare è molto aperto. Tu sei chiamato nella tua creatività a riempire lo spazio del fare. Lì troverai la libertà. Ed è dentro di noi, nella nostra intimità che Dio è presente come una volta nel tempio e scopriamo i cammini di libertà più giusti per noi stessi.
Ma mi sono chiesto anche questo: e se anche noi facciamo del nostro mondo interiore un mercato? Magari riempiamo la testa e il cuore di cose, preoccupazioni, affari, e facciamo della casa del nostro cuore un mercato. Non è più il luogo dove incontro me stesso nella verità e li Dio, e ci lasciamo incontrare da lui, ma ci mettiamo tutte le altre cose che rischiano di soffocarci e farci perdere la libertà.
La Parola di Dio oggi è un invito a entrare dentro il nostro cuore, convinti che Dio abita in noi e il suo abitare ci vuole solo incoraggiare e renderci persone libere.
Ma se in noi stessi c’è come un mercato, allora dobbiamo avere la forza come Gesù di prendere “una frusta di cordicelle” e scacciare fuori dal tempio di noi stessi tutto ciò che oscura la presenza di Dio in noi e ci rende schiavi della logica del tornaconto e possesso.