Abbiamo potuto imparare, nel tempo, che il papa ha il profilo e la statura del “pastore”, capace di interagire empaticamente con il Popolo di Dio, non solo attraverso il contatto fisico, ma soprattutto con un linguaggio caldo, fatto di frasi brevi, di “parole-chiave” e soprattutto di un tocco che raggiunge il cuore. Si ha la percezione di trovarsi dinanzi a una parola che abbraccia la complessità della realtà senza argomentazioni astratte o fittizie, suscitando domande, inquietando il cuore, innescando la gioia di un’attesa.
Nell’occasione dell’ultima GMG, il papa ha coniato un vero e proprio “vocabolariedella speranza”, che rappresenterà un punto di non ritorno del suo rapporto con i giovani e del dialogo tra la Chiesa e le nuove generazioni.
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