Portare frutti buoni

Commento a Mt 21,33-43


DON ALESSANDRO CHIANTERETTO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Parola del Signore.


Stanotte è avvenuto l’attacco di Hamas su Israele. Se avessi saputo la grave notizia avrei scritto altro. Un sito che seguo curato dalle sorelle Clarisse di Mantova ha cambiato quanto scritto precedentemente. Ti propongo gli appunti sul Vangelo di oggi scritti dalle sorelle Clarisse di Mantova

Come è sempre puntuale la parola del Signore, che sa cogliere le situazioni e sa essere specchio di ogni tempo in cui si vive. Proprio oggi ci parla di conflitti, di guerre e violenza tra servi e padroni, tra persone.
Il Signore però ci sprona ad uscire dalla stessa logica usata da coloro che causano questi scontri: nessuno è scartato, nessuno deve essere cacciato, nemmeno coloro che hanno ucciso il figlio del padrone. È proprio lui che sta al centro di questa parola: il figlio. Il Signore crede nel suo popolo, ha fiducia nelle sue possibilità ed è sicuro che all’odio non si può rispondere con altra violenza. Per questo egli decide di mandare suo figlio, mette sul piatto la posta più alta, fa “ALL-IN” come si direbbe nel gioco di carte. Il Signore non è vendicativo, ma misericordioso, e per ognuno di noi, anche i più meschini e fragili, ha messo in gioco il suo amore più grande. Non dimentichiamocelo.