Questione di cuoreLa Bibbia della domenica

Omelia della IV domenica di avvento B


SERGIO ROTASPERTI

Le letture che abbiamo ascoltato ci aiutano ad entrare direttamente nel mistero del Natale che celebreremo tra pochi giorni.

Natale – lo sappiamo – è il mistero e la bellezza di Dio che prende casa permanentemente in mezzo a noi.

Le letture bibliche di oggi, hanno proprio come tema la casa, l’abitare e il preparare una casa a Dio.

Nella prima lettura il re Davide (siamo attorno all’anno 1000 a.C.) giunto al culmine del suo successo militare, economico e politico esprime al profeta Natan la decisione di fare una casa a Dio, di costruire un tempio. Natan lo incoraggia: “Va, fa’ quanto hai in cuore tuo”. Ora questo non era solo un atto di riconoscenza, ma spesso era un segnale di potere. Quindi un atteggiamento ambiguo.

La risposta di Dio è dura, categorica, di rifiuto: non ha bisogno di un tempio. Egli ha guidato Israele nel deserto attraverso una nuvola e abitando in una tenda. E ha scelto Davide quando era un pastore. La prospettiva di Dio è altra. Dio ha altre priorità. E tuttavia rilancia a Davide la promessa che lui stesso costruirà una casa-

Il Vangelo di Luca che ben conosciamo deve essere letto alla luce della prima lettura. Dio non ha bisogno di spazi fisici, ma di un cuore aperto. Maria entra in dialogo interiore come Davide con Dio attraverso l’angelo, ma a differenza di David non fa quanto ha in cuor suo, se non quanto c’è nel cuore di Dio. E per questo accoglie e genera Dio nel grembo.

La Lumen Gentium scrive: l’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo scenderà su di te; su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo; colui dunque che nascerà da te sarà santo e chiamato Figlio di Dio» (Lc 1, 35). E dopo che l’angelo ebbe detto così, essa, piena di fede e concependo Cristo prima nel cuore che nel grembo, rispose: «Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1, 38).

È nel cuore che generiamo Gesù, e in questo noi siamo uguali a Maria e Maria uguale a noi.

Dio non ha bisogno di templi, chiese, spazi per abitare in noi. Egli è un Dio pellegrino ed è il Dio degli imprevisti. È nel nostro cuore che si compie il mistero del Natale. È attraverso il nostro corpo che possiamo mostrarlo (con gesti, parole, attenzioni) ed è nel cuore e nella carne dei più vulnerabili che lo possiamo riconoscere

In questi giorni che ci precedono al Natale chiediamo il dono di fermarci ed entrare in dialogo interiore con lo Spirito di Dio: come Maria per dire il nostro eccomi e per cambiare – nel nostro piccolo – la nostra storia quotidiana in storia di amore.