Agnello mansueto2 Domenica tempo ordinario A

commento a Gv 1,29-34


SERGIO ROTASPERTI

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,29-34)

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».


La scorsa domenica abbiamo celebrato la festa del Battesimo del Signore, celebrazione che chiude il periodo Natalizio.

Le letture di oggi, riprendono alcuni aspetti già visti la scorsa domenica. Se domenica scorsa abbiamo ascoltato il racconto del Battesimo di Gesù nella versione di Matteo, oggi vi è lo stesso racconto nella rilettura di Giovanni.

Il Battesimo in Gesù è una tappa fondamentale nel suo cammino. Ovviamente è qualcosa di completamente diverso dal battesimo di Giovanni e completamente diverso dal nostro battesimo. In Giovanni il battesimo aveva un valore di purificazione; il nostro battesimo è immersione nel mistero pasquale di Gesù che ci rende suoi fratelli e figli dello stesso Padre. In Gesù il battesimo segna una frattura fra la sua vita nascosta a Nazareth e l’inizio della sua vita pubblica.

Similmente in Matteo, anche qui la scena è concentrata su Gesù e Giovanni. Che cosa ci vuole trasmettere l’evangelista Giovanni? Come percepisce Gesù il suo ministero? E come interpreta Giovanni Battista la presenza di Gesù?

“Ecco l’agnello di Dio”.

“Ecco l’agnello di Dio”. Questo è un aspetto fondamentale della vita di Gesù. Non è un caso che ogni volta nell’Eucaristia noi ripetiamo queste stesse parole prima della comunione. Gesù percepisce se stesso come quell’agnello che veniva inviato nel deserto nel giorno del Kippur, portando simbolicamente su di sé il peccato (al singolare, non al plurale!) della comunità. Gesù nella sua vita non griderà, non si imporrà, ma con mansuetudine offre e sacrifica la sua vita per gli altri.

Ed è così che si presenta e si offre alla nostra vita. Ed è cosi che si presenta e si offre come pane di vita ogni volta che celebriamo l’Eucaristia e ci accostiamo a lui. Non urla, non usa potere o magia, ma come un agnello mansueto ci offre se stesso, senza nulla in cambio.

Giovanni Battista vede lo Spirito Santo scendere e rimanere su di lui. Che vuol dire ciò? In Gesù egli vede come lo Spirito di Dio lo accompagna e lo sostiene. Gesù è pieno di Dio e lo si percepisce nel suo modo di parlare e agire. Nelle prossime domeniche vedremo meglio come Gesù agnello di Dio si avvicina alle persone e infonde salute, speranza e vita.

Vi invito oggi a prendere sul serio e riflettere su Gesù agnello di Dio, specialmente quando ci accostiamo alla comunione. Dovremmo essere colti da un senso di stupore e gratitudine. Pensiamoci almeno oggi.