Se anche tu sei ai crocicchi delle strade
XXVIII domenica tempo ordinario A
Commento a Is 26,6-10 e Matteo 22,1-14
Dal libro del profeta Isaìa Is 25,6-10a
Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
l’ignominia del suo popolo
farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 22,1-14
In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Un invito a tavola, a pranzo a cena o in un ristorante, lo sappiamo è sempre ben gradito.
Il mangiare insieme attorno ad una tavola non è solo soddisfare un bisogno corporale, pur necessario e fondamentale, ma esprime per noi compagnia, amicizia, stare bene insieme, e in momenti particolari della vita gioia e festa (come per un matrimonio).
Anche la Bibbia ci racconta l’importanza della tavola. Non è per nulla un caso che durante una Cena pasquale Gesù ha voluto esprimere il suo amore totale e ci ha lasciato l’Eucaristia domenicale come l’appuntamento settimanale nel quale lui si fa presente e si dona ancora con il suo Corpo e il suo Sangue.
La prima lettura e il Vangelo attraverso l’immagine del banchetto ci aiutano ad entrare nel mistero della relazione tra Dio e ciascuno di noi.
Il profeta Isaia parla di un banchetto “su questo monte” che allude al monte Sinai in Es 24 dove gli anziani del popolo mangiarono e bevvero alla presenza di Dio, per indicare il patto indissolubile e indelebile di Dio che fa alleanza con Israele. Qui il banchetto è segno di questo patto reciproco di fedeltà. Vi è in questo testo una novità: Dio che strappa il velo che copre la faccia. Si allude all’usanza di coprire il volto per il lutto e la morte. Ebbe Dio è il Dio della vita che stringe alleanza per liberare tutti i popoli e quindi ognuno di noi dal lutto dal dolore, dalla morte. È una dimensione universale dell’alleanza di Dio.
Il Vangelo riprende l’immagine del banchetto nella sua dimensione universale: tutti sono invitati, ma ciascuno è responsabile nella risposta.
Anche qui troviamo una novità: la dimensione sponsale. Si tratta di un banchetto di nozze. Dio ci invita alle nozze del suo amore e ci considera suoi partner donandoci la sua compagnia, la sua amicizia, il suo amore perenne e fedele. Ma si ferma davanti ai nostri no. La sua è una presenza discreta ma non onnipotente davanti alla nostra responsabilità personale, davanti alla quale si inchina, indietreggia e naturalmente soffre.
Il Vangelo termina con una condanna della persona che non ha l’abito nuziale. Attenzione: Dio non condanna nessuno: è l’uomo che decide di escludersi e la parabola qui fa riferimento al popolo di Israele che si è chiuso a Gesù come Messia (ma i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili). Questa autoesclusione ha poi permesso l’entrata dei popoli pagani.
Dio vuole stringere con noi è un’alleanza di amore fedele e nuziale da parte sua per donarci vita. E va a cercare e invitare chi è ai crocicchi delle strade, chi non ha nulla da ricambiare, indegno, cattivi e buoni.
Magari ti trovi anche tu ora ai crocicchi delle strade della vita:
E la tua risposta? Dio è per te un partner, compagno di vita? Gesù è un amico e sposo che mi dona la vita: ne sei consapevole? E come agisci e reagisci?