Tutto nell’amore

XXX domenica tempo ordinario A
Commento a Matteo 22,34-40


DON ALESSANDRO CHIANTERETTO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,34-40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».


I farisei vivevano per meditare la legge, per capirla, per interpretarla. Alcuni riuscirono a capire Gesù: a uno di loro Cristo disse “Non sei lontano dal Regno dei Cieli” (Mc 12,34), un altro, Paolo di Tarso, lo portò ad essere l’apostolo dei gentili, ma tanti di loro, al contrario, rifiutarono il giovane Rabbi di Nazareth, e lo misero a morte sulla croce. Questo avvenne perché molti farisei, interpretando la legge, avevano ottenuto una casistica minuziosa che rendeva possibile il possesso della legalità che può giustificare le proprie convinzioni, ma rende insopportabile il giogo della legge soprattutto per chi è fuori dai giochi di potere. Gesù disfa il repertorio dei precetti, e lo riassume nell’amore di Dio e del prossimo.

Egli considera che il primo comandamento è ciò da cui tutto deriva, ma non si può scindere il comandamento di amare Dio e quello di amare l’uomo, anche se questo può infrangere il riposo del sabato per guarire i malati il sabato, anche se questo può portare a dire parole che la correttezza politica di ogni tempo giudica intollerabile. Amare Dio e non amare il prossimo fa dimenticare la carità fraterna. Amare l’uomo e la donna prescindendo da Dio, dall’Eternità e dai valori assoluti, porta a giustificare tutto in nome dell’idea che ci siamo fatti della realtà. Obbedire al primo comandamento è obbedire al secondo. Si deve guardare oltre a sé stessi. Cristo fa diventare “carne” la Parola di Dio. Di fronte alla novità che ci mostra Gesù non possiamo far altro che rivedere la nostra condotta, donando tutto noi stessi anche nei nostri angoli più bui, riconoscendo i nostri errori, per proporci in modo concreto di vivere per Amore, di morire per Amore.