Dio, nostro partnerDomenica XIX del tempo ordinario C

(Lc 12,32-48) Essere vigilanti significa orientare l´esistenza a Dio, considerandolo il nostro partner interiore


SERGIO ROTASPERTI

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. 33Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. 34Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. 35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: «Il mio padrone tarda a venire» e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.» (Lc 12,32-48)

Il testo del vangelo di Luca contiene una serie di insegnamenti di Gesù nel suo cammino verso Gerusalemme. Lo scopo è quello di risvegliare nel credente un atteggiamento di vigilanza di fronte alla venuta del Signore. Il Signore viene e bisogna essere pronti ad accoglierlo. Ne siamo consapevoli? O non abbiamo grande interesse a pensarci?

Il Vangelo inizia con alcuni versetti legati alla ricchezza, i quali in realtà chiudono il discorso sulla ricchezza che la scorsa domenica abbiamo ascoltato. Mi soffermo sui primi versetti, perché ci indicano anche il motivo della vigilanza.

“Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”.

“Non temere”. Prima di tutto, il Signore ci incoraggia sempre, la sua parola e presenza ci stimola a guardare avanti con fiducia, speranza, coraggio. Non temere significa non lasciarsi intrappolare dalle proprie paure, insicurezze, depressioni, situazioni quotidiani che sembrano invalicabili e che non ci fanno star bene. Non temere, cioè buttati e fidati di Dio, della sua parola, perché ciascuno di noi è oggetto e destinatario della sua benevolenza, del suo amore di Padre tenero che accompagna i passi del nostro camminare donandoci tutto quello che ha (al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno). Fidati di lui, del suo amore, della sua incrollabile fiducia in te, dei doni che ti regale quotidianamente e che magari non vedi! Non temere!

Vigilare è, dunque, vivere non da sbandati, ma da persone che sono orientate verso Dio e lo considerano come quotidiano punto di riferimento e partner interiore. Come Abramo! Che pur non sapendo la sua strada, il suo futuro, si è buttato in Dio, fidandosi e affidandosi a lui con coraggio e senza riserve!

Nel Vangelo, Luca definisce la comunità cristiana “piccolo gregge”. L’aggettivo piccolo può indicare il valore numerico, cioè una comunità numericamente piccola e quindi, che non ha numeri per fare qualcosa di grande e significativo nella società civile. Oppure piccolo significa anche che non conta nulla, di poca importanza. Questa è la situazione di molti cristiani oggi (Terrasanta i cristiani sono 1%), qui in Germania i cristiani si riducono sempre più, divengono minoranza. Ma anche noi all’interno della comunità cristiana, siamo piccoli e di poco valore. Ma agli occhi di Dio siamo preziosi. Ciò basta e siamo felici di essere così perché siamo privilegiati agli occhi di Dio.

Se anche a livello personale, ci sentiamo piccoli, cioè non riusciamo a cavare un ragno da un buco, ci sentiamo soli, smarriti, insignificanti, non apprezzati e importanti per gli altri, a partire dalle persone con le quali viviamo o dagli amici, la parola di oggi ci incoraggia: “Non temere”.

Vivere con questo sguardo è prepararsi per l’eternità, che è già qui, mediante la presenza del Signore Gesù che ci donerà il suo corpo e sangue per sostenerci nel cammino quotidiano verso la vita piena.