Io in te e tu in me

Commento alle letture del Corpus Domini


SERGIO ROTASPERTI


Nella festa del corpus domini viene presentato un piccolo testo dal libro del Deuteronomio (Dt 8,2-3.14b-16a) e l’ultima parte del sesto capitolo del Vangelo di Giovanni (Gv 6,51-58).

Vorrei mettere in luce due verbi, che ci possono aiutare a comprendere meglio il dono del Corpo e Sangue di Gesù: ricordare e rimanere

Il popolo di Israele nel deserto è invitato a ricordare il suo passato: “Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto “. Israele è invitato a guardare indietro, portare al cuore la presenza di Dio che non si è mai allontanato dal suo popolo, anche quando sperimentava la durezza e l’asprezza del deserto: “Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri”.

La pericope del Vangelo di Giovanni che leggiamo nella festa del Corpus Domini è l’ultima parte del lungo discorso che inizia con il segno della moltiplicazione del pane. Quasi al termine Gesù dice: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. “

Il verbo rimanere lo incontriamo spesso in Giovanni e sta a significare una inabitazione, la presenza interiore e intima di Gesù nel cuore del credente. Gesù vuole stabilire una relazione personale, intima, costante e profonda con ciascun discepolo: il credente in me e io in lui.

Ciascuno di noi può ancora oggi può vivere e attraversare il deserto. Esso può avere tanti nomi: trauma, sofferenza, solitudine, malattia, difficoltà psicologia e morale, incapacità di andare avanti, blocco interiore etc.. Risuona nel cuore nostro prima di tutto l’invito del Signore: Ricordati.. cioè fa porta al cuore il passato tuo, fa memoria e vedrai che il Signore non ti ha mai abbandonata nella vita, ma ti ha dato acqua e ti ha nutrito. Anche se ora può essere difficile comprendere, la memoria dell’azione di Dio ti aiuta a guardare il presente in modo diverso.

Ma vi è ancora di più il dono di Gesù. Lui è la presenza costante, quotidiana, permanente. Attraverso il dono dell’Eucaristia, il dono del suo corpo e sangue, Gesù si dona realmente, si rende presente alla mia vita e rimane in me. Non solo io rimango in lui, nel suo cuore.