Dio in periferiaIII domenica del tempo ordinario - A

(Mt 4,12-23) Dove abita abitualmente Gesù? In periferia


SERGIO ROTASPERTI

In quel tempo, 12quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. 17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». 18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. (Mt 4,12-23)

Il testo del vangelo ci racconta l’inizio della missione di Gesù in Galilea. Egli si trasferisce a Cafarnao, un villaggio che si trova sulle rive del lago di Tiberiade e lungo la via commerciale chiamata “Del Mare” (Via Maris), e fa di questo villaggio di pescatori il centro della sua attività missionaria. Gesù non sceglie un grande centro urbano, come poteva essere Gerusalemme, ma un luogo dove certo vi era un flusso di persone ma per lo più interessate a sopravvivere, a lavorare, a commerciare. La scelta del luogo non è casuale e ci informa come Gesù abbia intenzionalmente preferito vivere in un ambiente aperto, non del tutto ebreo, per certi versi senza particolare significato politico o religioso.

Non a caso, Matteo vede in questa scelta di Gesù la realizzazione della profezia contenuta in Isaia 8: “Terra di Zabulon e Terra di Neftàli sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta.

Gesù è dunque un luce per le tante persone che vivono una vita difficile e oscura. Nel prosieguo del racconto di Matteo comprenderemo meglio come concretamente Gesù agirà da Luce.

Gesù non compie da solo questa missione, ma chiama persone comuni a stare dietro a lui. “Venite dietro a me”. Essi non devono eseguire un programma, osservare una legge, ma stabilire un rapporto personale con lui, “stare con lui” condividendo gioie e problemi, successi e fallimenti. Gesù farà molta fatica ad educare i suoi discepoli in questa direzione. Faranno molta fatica a capire l’amore fino in fondo, la logica di quello che non conta nulla, lo stile di un Dio umile. Convertirsi è, in fondo, scegliere di cambiare vita, accogliendo la logica di un Dio fatto così. E vivere di conseguenza.

Gesù chiama anche me a stare dietro a lui. Ascolto questa sua chiamata o faccio l’orecchio da mercante?